Le Recensioni di Edo: Nightflight to Venus dei Boney M. (1978)
Questa è la ventesima recensione e oggi recensisco un disco che ha fatto epoca nella storia della musica, sto parlando del terzo album del gruppo tedesco dei Boney M.
Nel 2018 questo disco ha compiuto 40 anni e all’epoca della sua uscita ebbe un successo enorme anche in Italia e fu anche l’album che conferì un’enorme popolarità al quartetto creato dal produttore Frank Farian (che era anche la voce maschile del gruppo e non, come credono in molti, il ballerino Bobby Farrell, purtroppo scomparso nel 2010).
L’album si apre con la title-track “Nightflight to Venus” che funge anche da introduzione all’album con un parlato di Bill Swisher al vocoder che annuncia: “benvenuti a bordo dell’astronave Boney M” con tanto di countdown ed è un brano piuttosto lungo e ossessivo che sulla coda finale si collega al successivo brano che è “Rasputin” dove siparla del misterioso mistico russo, “Painter Man” parla di un pittore, “He was a Steppenwolf” parla di un uomo paragonato ad un “lupo della steppa”, “King of the road” parla di un re della strada, “Rivers of Babylon” è una cover di un pezzo reggae del 1970 del gruppo The Melodians dove è presente il testo del salmo 137 della Bibbia, “Voodoonight” parla di una notte di un voodoo, “Brown girl in the ring” è una canzone allegra che parla di una donna di colore, “Never change lovers in the middle of the night” dice di non cambiare mai il proprio amante nel bel mezzo della notte, e infine “Heart of Gold” è una cover di Neil Young.
Nell’album spiccano i due singoli principali: “Rasputin” e “Rivers of Babylon”. L’album uscì in lp e in musicassetta e successivamente venne stampato anche in cd. La copertina ha uno sfondo fra il “lunare” e lo “spaziale” e vede al centro il quartetto appeso ad una corda bianca con lo sguardo rivolto verso l’obbiettivo.
È un album che ha fatto la storia della musica disco anni ’70 e contiene brani che ascoltati oggi risultano ancora fantastici e intramontabili.
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Edoardo Mastrocola