Addio a Luis Sepúlveda
E’ morto questa mattina Luis Sepúlveda. Lo scrittore cileno era ricoverato in un ospedale spagnolo dove combatteva, da 48 giorni, contro il coronavirus.
Luis Sepulveda era nato a Ovalle, il 4 ottobre 1949, suo nonno era un anarchico andaluso che fuggì in america latina per evitare la condanna a morte. E proprio da suo nonno Luis ereditò lo spirito combattivo e l’impegno politico.
Nel ’77 venne espulso dal Cile dopo oltre due anni di carcere, si era infatti unito a una missione dell’Unesco che aveva come obbiettivo di studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni native. Ne venne fuori una storia che prendeva in esame due mondi, quello degli indios e quello dei bianchi, per i quali gli stessi indios nutrivano una certa diffidenza.
Con il secondo romanzo, “Il Mondo alla Fine del Mondo“, descrisse invece le esperienze vissute dal ponte di una nave di Greenpeace, organizzazione a cui si era unito nel 1982 e con cui collaborò come membro dell’equipaggio fino al 1987.
Il grande successo arriva però nel 1993, quando il romanzo “Il Vecchio che Leggeva Romanzi D’Amore”, scritto originariamente nel 1989, viene pubblicato in tutto il mondo. Da quel momento, Sepúlveda diede alle stampe tutta una serie di libri di grande successo, fino a conquistare anche il pubblico infantile con la pubblicazione del celebre “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“. Il romanzo venne trasferito sul grande schermo nel 1998 con il film d’animazione omonimo diretto da Enzo D’Alò, che contribuì alla diffusione anche in Italia (e non solo) delle opere dello scrittore. Sepúlveda in quell’occasione si cimentò anche nel doppiaggio, dando la voce a uno dei personaggi del cartone animato.
Una vita all’insegna dell’attivismo. Una scrittura sincera, e senza troppi escamotage cinematografici, quasi assente il pathos e la suspence, un modo di scrivere molto più di sostanza, diametralmente opposto a quello di un altro pilastro come Gabriel García Márquez.
Di Sepúlveda ci mancheranno proprio queste sue caratteristiche, una visione sul mondo schietta e ricca di speranza, sempre senza mai tradire le radici della propria terra d’origine ma mantenendone comunque la giusta distanza.
Umby