EDOCULTURA: L’ARTE NEL TEMPO: CHARLIE NON FA SURF DI MAURIZIO CATTELAN (1997)
Materiale e collocazione: manichino in lattice, abiti, matite, banco, sedia. Castello di Rivoli-Museo d’arte contemporanea, Torino
L’opera, che mostra il manichino di uno studente seduto a un banco di scuola su cui ha le mani letteralmente inchiodate con due matite, è un chiaro messaggio di libertà violata, relativo a un’adolescenza che subisce i soprusi della società. Ad un altro episodio di violazione di libertà si riferisce il titolo, che riprende una linea di sceneggiatura di Apocalypse Now, il film di Francis Ford Coppola del 1979, pronunciata con sfrontatezza dal tenente Kilgore sul fiume Mekong, contro i nemici vietnamiti, nello slang NATO chiamati con il nomignolo di Charlie (Victor Charlie=VC=Viet Cong). Alla scena del film, tra gli altri, si rifà anche il gruppo dei Clash, mentre è connessa direttamente all’opera di Cattelan la canzone dei Baustelle Charlie fa surf (2008).
Edoardo Mastrocola