La notte vi porta consiglio o insonnia?
Può sembrare uno dei quesiti più banali che viene posto, forse non è poi così scontato chiederselo, ma in giornate come queste, contornate e riempite da vari pensieri, può diventare un momento di riflessione genuino e piuttosto leggero. Queste notti in cui si perde la bussola del tempo e il risultato diventa palese la mattina successiva, quando le lancette sono già andate lontane, prevale l’insonnia derivata anche da pensieri non proprio felici o la voglia di mettersi in gioco, recuperare ciò che è stato messo in standby per varie e infinite esigenze quotidiane?
Seguire la scia di una stella non è semplice quando un cielo si presenta senza il suo Satellite illuminato, nonostante la riduzione dell’inquinamento acustico dimostri il contrario. Di notte indossiamo gli abiti notturni a prescindere dalle nostre abitudini, perché il susseguirsi di pensieri non è altro che un insieme di parole mai pronunciate per davvero. Crediamo di vagare nel buio, in realtà il nostro è un percorso – che può essere onirico o dettato dall’essere ancora svegli – intrapreso per cercare un equilibrio tra il buio e la luce. Alla fine prevale la consapevolezza del “domani sarà diverso”, con essa l’ottimismo di quando subentra l’alba. La notte si porta via queste terribili giornate e lo fa lasciandoci un sorriso, consegnandoci tutti gli ingredienti per affrontare quelle che verranno con leggerezza, in attesa che tutto migliori e fuoriesca l’arcobaleno.
Tutti mangiano, pensano, sognano. Il celebre ed eminente drammaturgo William Shakespeare sosteneva che “noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”. Purtroppo non durano mai abbastanza a lungo da realizzarsi per davvero, per farci almeno osservare quello stralcio di vita pura e di felicità che sono in grado di donarci. In un modo o nell’altro, di notte possiamo restare svegli, ma il mondo onirico resta sempre foriero di tutte le informazioni indispensabili pur essendo tra loro incastrati tra gli ingranaggi della realtà. E a quel punto, diventa lecito chiedersi se siamo ancora svegli o meno, se tutto ciò che stiamo vivendo sia frutto di un incubo cominciato la notte di oltre un mese fa. Eppure, proprio queste notti possono rappresentare la nostra svolta.
C’è chi ascolta musica, chi continua a tenere accese radio e tv, chi scrive, chi riprende quei progetti lasciati accantonati, chi pianifica un piano per il proprio futuro da attuare al termine di questa emergenza. Nelle notti contemporanee risulta difficile prendere sonno, ma al tempo stesso esse rappresentano un momento quasi irripetibile per mettere in moto la macchina dei sogni. Si ha sempre voglia di sognare ed è una delle attività più belle e in un certo senso appaganti che si possa fare, pur rimanendo a contatto con la realtà.
Insomma, la notte vi porta consiglio o insonnia?
Andrea Cardinale