Le Recensioni di Edo: Ella & Louis di Louis Armstrong e Ella Fitzgerald (1956)
Questo è l’ottavo album di Ella Fitzgerald che qui collabora per la prima volta con il grande trombettista e cantante Louis Armstrong (collaboreranno ancora insieme in altri tre grandi album). Norman Granz, il più grande produttore discografico della storia del jazz, aveva coronato il suo sogno: far incidere insieme questi due immensi artisti.
I brani scelti erano già dei grandi classici, ma da quel momento diventarono ancora più indimenticabili. I brani contenuti nel disco sono: “Can’t we be friends?”, “Isn’t this a lovely day?”, “Moonlight in Vermont”, “They can’t take that away from me, “Under a blanket of blue”, “Tenderly”, “A foggy day”, “Stars fell on Alabama”, “Cheek to cheek”, “The nearness of you”, “April in Paris”. Il contrasto tra la voce di Louis, profonda e borbottante (che Ella si diverte ad imitare nel finale di “Tenderly”), e la limpida voce della Fitzgerald trovano un naturale “trait d’union” nella tromba di Louis. Nonostante lo schema sia generalmente piuttosto simile, (una strofa per uno, il ritornello insieme, l’assolo e il finale prima alternato poi all’unisono) la “freschezza” delle esecuzioni è irresistibile: “They Can’t Take That Away From Me”, “Under A Blanket Of Blue”, “Isn’t This A Lovely Day?”, “Cheek To Cheek”, “April In Paris”, sembrano scritte per la “divertita” rivisitazione della coppia, e quando in “Stars Fell On Alabama” la voce di Armstrong fa da improbabile controcanto a Ella (che poi gli dà il cambio), si raggiunge un’atmosfera sublime.
L’album all’epoca venne pubblicato in vinile e poi in seguito venne stampato in cd e venne fatto uscire sulle piattaforme digitali. Nel frattempo è stato ristampato in vinile con all’interno un 45 giri. La copertina vede seduti uno affianco all’altro in una parte di una sala vuota Ella e Louis, entrambi sorridenti, lei con le braccia sulle ginocchia e Louis a braccia conserte con un paio di occhiali neri e la tromba e un fazzoletto bianco sulle ginocchia.
Ascoltando questo album stupendo e piacevole si percepisce la perfetta sintonia e la profonda corrispondenza musicale tra i due protagonisti, che quasi si riesce ad immaginare l’allegria che regnava in sala di registrazione quel 16 agosto del 1956.
Alla prossima recensione
Edoardo Mastrocola