Le Recensioni di Edo: Ordinary Man di Ozzy Osbourne (2020)
A dieci anni esatti dall’ultimo lavoro “Scream”, il grande Ozzy Osbourne torna con un nuovo album di inediti ricco di ospiti e di tanto puro e vero rock.
L’album si apre con “Straight to hell” che è un brano potente, grintoso, pieno di pathos e molto tirato, impreziosito da cori vigorosi, nel brano si parla di un demone che divora gli umani (autocelebrandosi), ed è un ottimo apripista per il disco, “All my life” è un brano più lento e calmo, con un atmosfera quasi sognante ma che poi viene sorretta da un ottimo sound rock nel ritornello, dove si nota che il testo è molto autobiografico, “Goodbye” ha un intro stile Black Sabbath che prelude a un dialogo continuo e graffiante dei due chitarristi presenti e della band e qui si parla di ricordi e di delusioni, “Ordinary man” che è la title-track, che è forse il punto più alto del disco, qui Ozzy duetta con un altro grande della musica: Elton John, (che venne contattato successivamente solo dopo aver concluso il brano perché risultava molto simile alle sue sonorità) e in questo brano si parla delle loro due vite sregolate e gli eccessi che in fondo accomunano i due cantanti e rimpiangono inoltre di non aver vissuto una vita ordinaria (come suggerisce il titolo), è un brano davvero stupendo e pieno di amarezza e nostalgia ma ricco anch’esso di pathos, è un vero brano da brividi, “Under the Graveyard” è una ballad, orecchiabile se vogliamo, ricca di elementi metal, anche questo brano è un auto-analisi di se stesso, “Eat me” è un brano che si apre con un armonica blues per poi finire in un riff potente che può ricordare le atmosfere dei Sabbath, ha un testo “autodistruttivo”, “Today is the end” è a metà fra una ballad e un pezzo rock, ed è ambientato in un mondo simile all’inferno, “Scary little green men” parla di “piccoli uomini verdi spaventosi” che vogliono impossessarsi del genere umano e che l’essere umano non sa se siano frutti della propria immaginazione o solo pura realtà, “Holy for tonight” che significa: “santo per una notte” parla di un uomo afflitto dal dolore e sofferente e che chiede il perdono per tutto quello che ha combinato in vita, “It’s a raid” è un brano cantato in duetto con il rapper Post Malone e quest’ultimo influenza molto l’arrangiamento che risulta più moderno e quasi grunge a tratti punk, e qui si parla di un uomo che non ragiona più, spaventato e che si affida anche a Dio, e infine “Take what you want” è cantata insieme al rapper Travis Scott e qui è presente di nuovo Post Malone, è una ballad che inizia con Ozzy che canta con tono malinconico parole molto intense per poi incontrare una base elettronica hip-hop con i due rapper che rappano a vicenda, è un brano a mio avviso fuori contesto che disturba un po’ l’ascolto di tutto il contesto dell’album ma che recupera leggermente grazie a un bellissimo assolo di chitarra.
Questo album vede la partecipazione di numerosi musicisti e ospiti d’eccezione: nel disco suonano, naturalmente, Ozzy alla voce, Andrew Watt alla chitarra, che è anche produttore del disco insieme al batterista Chad Smith (Red Hot Chili Peppers) e al bassista Duff McKagan (Guns N’ Roses). Inoltre nel disco suonano: Slash (Chitarra solista nelle tracce “Straight to hell”, e “Ordinary man”), Tom Morello (Chitarra nella traccia “Scary little green men”), Elton John (Voce e Pianoforte nella traccia “Ordinary man”), Charlie Puth (Tastiere nella traccia “Straight to hell”), Post Malone (Voce nelle tracce “It’s a raid” e “Take what you want”), Travis Scott (Voce nella traccia “Take what you want”), Louis Bell (Tastiere nella traccia “It’s a raid”), Nathan Perez (Tastiere nelle tracce “Under the Graveyard” e “Scary little green men”).
L’album è stato anticipato da ben 4 singoli: “Under the Graveyard”, “Straight to Hell”, “Ordinary Man” e “It’s a Raid” (i primi tre singoli hanno il loro videoclip). L’album in Italia ha raggiunto la posizione 6, mentre, sempre in Italia, nella classifica dei vinili è arrivato al numero 1. L’album è uscito nei seguenti formati: CD standard in jewel-box, CD deluxe in digipack contenente un libretto da 16 pagine (6 pagine interne + due copertine, all’inizio e alla fine), LP standard in vinile nero 140 grammi, LP deluxe in vinile grigio argento effetto marmo 140 grammi contenente poster 30 x 30 cm, LP deluxe in vinile bianco e nero effetto marmo 140 grammi contenente poster 15 x 15 cm, Picture Disc e naturalmente in digitale (in tutti i formati fisici è presente una tesserina con un codice per partecipare a un concorso a premi). La copertina vede Ozzy che impersona un demone (forse uscito dalla sua cripta) con la bocca aperta e uno sguardo malefico, vestito totalmente di nero con un cappello e due ali nere che spuntano dalla schiena, le scritte sia dei brani, che della copertina sono in rilievo e di color argento e lo sfondo della foto è tetro, cupo e fumoso.
Questo è un grande album di rock, hard e heavy metal, che sembra voler essere un resoconto sulla sua vita e sulla sua carriera, ma nonostante ciò, Ozzy è riuscito a regalarci ancora un bellissimo album ricco di tanto sano e puro hard rock ma anche di sentimenti.
Alla prossima recensione
Edoardo Mastrocola