Verso un manifesto delle web radio
Un formidabile rimedio contro la tensione, le paure e le ansie derivanti dall’emergenza Coronavirus è senza alcun dubbio l’ascolto della radio. Ancora più interessante, anche se non lo scopriamo necessariamente oggi, è il ricorso alle web radio, emittenti radiofoniche che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet, di cui è fin dagli albori una componente fondamentale. Ad oggi, lo studio di questo fenomeno continua nel campo della comunicazione, attraverso la sua diffusione e la divulgazione della propria conoscenza, favorita dal suo lato economico (per certi versi) in merito ai costi di gestione.
Nonostante ciò, suona in modo tuttavia assordante l’assenza di un riconoscimento come emittente radio televisiva, pur essendolo de facto. È una falla nel sistema non da poco, perché porta a scatenare il solito dibattito sulla loro regolamentazione e la questione legata al diritto d’autore. Il Ministero dello Sviluppo Economico, dicastero che comprende anche il comparto delle comunicazioni, e l’AGCOM hanno posizioni discordanti e il tema deve essere in qualche modo sensibilizzato.
Se il Ministero delle Comunicazioni prova a trovare un compromesso su una assenza legislativa, riconoscendo comunque le web radio, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni precisa che la web radio non può rientrare nel novero della radiofonia italiana in termini ufficiali. Eppure, in base al Testo Unico dei Media audiovisivi e alla Delibera AGCOM 606/10, una regolamentazione esiste e differenzia le emittenti web in tre categorie: commerciale, istituzionale-comunitaria, personale-amatoriale.
A conti fatti, il rischio che si possa cadere in molteplici falle del sistema risulta evidente, ma non va compromesso lo straordinario lavoro derivante da un mondo per certi versi nuovo nel nostro Paese, che offre un potenziale ancora inespresso. Gli addetti ai lavori ogni giorno provano a sensibilizzare l’opinione pubblica e auspicano nella creazione di una regolamentazione, al fine da garantire un futuro per queste piacevoli realtà sparse in ogni zona d’Italia.
Occorre però fare un passo indietro: esiste un Manifesto delle Web Radio? Diverse realtà hanno pubblicato il proprio “statuto”, nel quale viene reso in forma esplicita la propria nascita, l’identità e gli obiettivi prefissati dal momento in cui sono partite le trasmissioni. Partendo dal suddetto modello, un gruppo di emittenti web autonome hanno dato vita a una sorta di memorandum a tutela delle web radio stesse, la loro promozione e diffusione, l’auspicio che venga un giorno garantita la regolamentazione del mezzo e la tutela presso le Autorità competenti. Tuttavia, benché i presupposti siano affascinanti e benevoli, non si può parlare di un vero e proprio manifesto.
Ed è proprio su questo punto che l’attenzione non deve mai mancare. Le Web Radio sono il futuro e vengono adoperate come mezzo di trasmissione anche dalle emittenti tradizionali, le quali negli ultimi anni hanno ampliato la loro offerta digitale. Poi ci sono le realtà medio-piccole, in larga maggioranza, che lavorano egregiamente ed offrono un servizio talvolta di livello pari a quello delle consolidate radio FM. Nel 2013 risultavano in Italia oltre 200 emittenti web attive su tutto il territorio, il fenomeno è destinato a diventare una realtà sempre più grande, in grado di conquistare la platea già nel futuro prossimo, a patto che venga garantita la loro esistenza e la loro essenza.
Ecco perché è arrivato il momento di realizzare un Manifesto al fine di ottenere nuovi e ulteriori riconoscimenti, così da sollecitare coloro che dovranno porre rimedio alle falle legislative nel sistema.
Andrea Cardinale